La traccia sulla mappa registra l'andata e il ritorno, per cui la reale distanza tra i due rifugi attraverso il sentiero descritto è di 4,1 Km.
Malga Ciauta
Malga Ciauta (1552 m) si trova alle pendici del Monte Pelmo, in comune di Vodo di Cadore. Da qui si può godere di un panorama eccezionale che spazia verso l'Antelao, il Sorapiss e il Cristallo (foto pl_1).
La malga è anche agriturismo, dove è possibile degustare formaggi e salumi e acquistare prodotti tipici, e offre la possibilità di pernottare in formula Bed&Breakfast. Malga Ciauta fa parte del circuito della “Strada dei Formaggi e dei Sapori delle Dolomiti Bellunesi” ed è inserita nella rete “Agriturismo Veneto Terranostra”.
D'estate è raggiungibile in macchina ed è un punto di partenza ideale per passeggiate ed escursioni.
La strada scorre lungo il bosco ed è asfaltata, tranne per un breve tratto sterrato, è accessibile da Vodo di Cadore, seguendo le indicazioni che ben la segnalano. La malga si trova a circa 8 Km da Vodo ed è dotata di un ampio parcheggio.
Rifugio Venezia
Da dietro la malga si prende il sentiero 475 in direzione ovest per inziare l'escursione al Rifugio, Venezia che si raggiunge in poco più di un’ora e mezza. Il percorso è facile, in leggera salita, parte nel bosco, parte tra ampie radure, su terreno senza rocce.
Rif_Venezia Pelmo
Appena usciti dal bosco, si vede di fronte la forma maestosa del Monte Pelmo nel suo versante sud-est, dalla caratteristica forma a mezzo catino (foto pl_5, pl_6). In realtà, da questo punto possiamo goderci la vista di un antico atollo tropicale, visto dal basso, e sollevato molto lontano dal mare in cui era immerso diversi milioni di anni fa. In quella remota era, il paesaggio “dolomitico” doveva essere assai simile a quello delle odierne isole Bahamas, dove le lingue di mare si protendevano nell’entroterra, lasciando, con la bassa marea, pozze d’acqua poco profonde.
Il mare dove si erano sviluppate le grandi scogliere tropicali era completamente riempito di depositi e per un brevissimo tempo si forma una vastissima pianura paludosa, una specie di enorme salina, dove si depositano quelle sfavillanti strutture di colori che sono i cosiddetti 'Strati di Raibl'. Sono questi il fragilissimo inconsistente piedistallo dove inizierà, il deposito di nuovo materiale calcareo che diverranno le dolomiti. E sul fango di quell'orizzonte vagavano affamati branchi di dinosauri. Immediatamente su quelle tracce si deposita altro materiale. Le fasi di quelle ondate di materiale di disgregazione le possiamo facilmente vedere negli strati, a volte fitti a volte più potenti, della 'dolomia Principale'.
La dolomia principale poggia direttamente sugli strati di Raibl, come dire, poggia sul nulla di terriccio inconsistente. Nelle successive fasi di emersione-innalzamento, avvenute duecento milioni di anni dopo (appena venti milioni di anni fa quindi e continua tutt'ora), quelle enormi bancate collassano formando le spettacolari pareti verticali dolomitiche.
Le orme di questa camminata antica di centinaia di milioni di anni (foto pl_8 e pl_9), di 3 dinosauri, furono rinvenute dallo studioso, Vittorino Cazzetta, su un grosso masso staccatosi dal Pelmetto a seguito di un gigantesco crollo. Un calco del masso, assieme alla ricostruzione di alcuni esemplari di dinosauri che vi lasciarono le orme, sono esposti al Museo Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore.
Appena raggiunta la sella a sinistra del Col del Fer, quota 1.951, si comincia a vedere di fronte il Rifugio Venezia (foto pl_7). Al passo di Rutorto (m. 1.931) si prende a desta il sentiero 472 che proviene dal Passo Staulanza (altra via per raggiungere facilmente il rifugio Venezia). Da qui il rifugio viene raggiunto in pochi minuti, con un mezzo giro verso sinistra seguendo sempre il sentiero 472 (foto pl_3 e pl_4).
Variante
Girando invece a sinistra dal passo di Rutorto, in direzione Passo di Staulanza, su un sentiero (472), in prevalenza pianeggiante per circa 4 Km, possiamo raggiungere una biforcazione sulla destra che porta al masso sopra il quale sono state rinvenute le orme di dinosauri. La stessa meta può essere raggiunta più agevolmente dal Passo Staulanza, fino ad incrociare una deviazione (questa volta a sinistra) ben segnalata, che conduce proprio ai piedi del masso con le impronte. Quest’ultima parte è un pò impegnativa per il dislivello e in caso di pioggia il terreno potrebbe presentarsi scivoloso.