Tra i colori del sentiero Astaldi.
Il sentiero Astaldi, uno dei più vecchi percorsi attrezzati di Cortina, si sviluppa su una cengia alla base della Punta Anna (Tofana di Mezzo).
La ferrata Astaldi è dedicata alla scrittrice, giornalista e critico letterario Maria Luisa Astaldi, di origine friulana, che durante l’occupazione nazista, rifugiata a Cortina d’Ampezzo, frequento' questi luoghi e continuò a frequentarli anche dopo, alternandoli alla residenza romana.
Il sentiero attrezzato offre un magnifico panorama, ed inoltre è estremamente interessante anche dal punto di vista geologico. Questa zona rappresenta infatti uno dei paesaggi dolomitici più tipici e spettacolari e consente di visitare uno dei siti paleontologici che hanno riservato recenti scoperte di grande interesse scientifico, come l’ambra triassica del Dibona, la più antica finora rinvenuta al mondo.
Ai piedi delle grandi pareti di Dolomia Principale della Tofana, sopra il Rifugio Dibona, si trova un sottile spessore di strati argillosi, nettamente colorati di rosso ed intercalati da paretine di roccia marrone, con sfumature viola, gialle e verdi; si tratta delle formazioni di Raibl, vecchi di 220 milioni di anni.
Queste formazioni di Raibl (dal nome di una miniera presso Tarvisio), consistono di vari tipi di rocce (calcari, marne, argille, arenarie e conglomerati) che si sono stratificati sopra la dolomia, con colori caratteristici e vivacissimi (rossi, verdastri e gialli).
Questi strati proteggono la Dolomia sottostante da un’erosione rapida. Laddove manca questo strato, la dolomia si è frantumata in numerose cime e torri rocciose (es. Sassolungo).
Oltre all’indubbia importanza dell’aspetto geologico e paesaggistico, il sentiero ferrato Astaldi è da tenere in considerazione in quanto offre un piacevole banco di prova a coloro che si avvicinano alle vie ferrate per la prima volta.
Seppur facile e privo di difficoltà tecniche, va comunque affrontato con attenzione e con l’attrezzatura da ferrata. Soprattutto, l'uso del casco è raccomandato, in quanto la pessima qualità delle friabili rocce che sovrastano il percorso, nonché l’attraversamento di alcuni canaloni, fan sì che l’itinerario sia potenzialmente esposto alla caduta di pietre.
Astaldi
Descrizione itinerario
Trattandosi di un percorso ad anello l’itinerario può essere percorso indifferentemente in senso orario oppure antiorario. Qui di seguito descriviamo l’itinerario in senso orario. La ferrata è sostanzialmente orizzontale con modesti saliscendi, e non presenta difficoltà tecniche.
L'itinerario parte dal rifugio Dibona (2083 m), che può essere raggiunto, da Cortina d’Ampezzo attraverso la strada statale 48 in direzione del Passo Falzarego, fino a imboccare, sulla destra, la strada che conduce al Rifugio, dove è possibile parcheggiare il proprio mezzo in un ampio parcheggio. Il rifugio è intitolato ad Angelo Dibona, nato nel 1879 in una frazione di Cortina. Nel 1900 iniziò il servizio militare nel corpo dei Kaiserjäger a Innsbruck dove diventò guida alpina. Da civile, fu poi guida alpina e maestro di sci a Cortina. Nel 2012 gli è stata dedicata la piazza principale di Cortina, dove si trova il suo monumento realizzato dallo scultore Murer nel 1976.
Dal rifugio Dibona ci incamminiamo nel Valon de Tofana, sul sentiero n. 403 che sale al rifugio Giussani. Presto si lascia questo sentiero per deviare verso destra su una traccia che porta ad un colle erboso dove inizia, sulla destra, ai piedi della Punta Anna (foto 1), il sentiero Astaldi (20-30 minuti).
Il sentiero si snoda sulla cengia attrezzata con cavo metallico (foto 2) e in alcuni punti anche con gradini metallici (foto 3), ma nel complesso presenta un dislivello di circa 120 metri (quasi pianeggiante) e viene percorso in circa 60 minuti.
Il sentiero è esposto a sud, quindi risulta sempre in piena luce e, nelle giornate serene, sempre in pieno sole. Dal sentiero sono visibili, oltre al panorama sottostante, i caratteristici strati colorati delle formazioni di Raibl (foto 4, 5, 6, 7, 9, 10)
Il sentiero Astaldi termina su un colle erboso, all'incrocio con il sentiero n. 421 che sale dal rifugio Dibona e prosegue verso il rifugio Pomedes. Il nostro giro termina quindi in discesa a destra per tornare attraverso un ripida serpentina visibile sullo sfondo della foto 8, verso il rifugio Dibona che si raggiunge in 20-30 minuti.